Ci sono limiti all'allattamento al seno? - Pressioni Sociali

Indice articoli

Pressioni sociali

Lavoro fuori casa. Le famiglie di oggi spesso hanno bisogno di due redditi per poter sopravvivere, e questo specialmente se hanno bambini. Le leggi italiane sono fra le più favorevoli all’allattamento, consentendo un periodo retribuito dopo il parto se si resta a casa con il bambino, e in seguito dei permessi di allattamento che consentono di assentarsi dal luogo di lavoro.

Tuttavia queste facilitazioni di recente sono state ridotte sia sul piano dell’orario sia su quello economico, costringendo molte donne a non usufruirne per bisogno di soldi o per non perdere il lavoro.

Inoltre continua a non esserci, per alcune categorie di lavoratrici autonome, alcun tipo di sostegno economico o almeno fiscale, che permetta loro di sospendere o perlomeno ridurre il lavoro durante il periodo dell’allattamento.

Tutto ciò può generare l’opinione che l’allattamento al seno sia un lusso che poche si possono permettere; gli alti costi, a fronte del reddito di un lavoro fuori casa, dell’allattamento artificiale (latte in polvere, malattie più frequenti, baby sitters) rientrano in un sistema di vita universalmente diffuso, e quindi non vengono notati facilmente.

Aspettative sociali

Ci si aspetta che la donna che è diventata madre non modifichi affatto il suo stile di vita, ma riprenda al più presto il ritmo e l’organizzazione delle giornate precedenti alla maternità. Spesso il bambino viene vissuto o definito come un peso, un qualcosa che lega e che estrania dal contesto sociale, richiedendo sacrifici alla madre (ad es. diete particolari) e a tutta la famiglia (condizionando tutti agli orari delle poppate e dei sonnellini del bambino, impedendo di frequentare determinati luoghi perché "inadatti" al neonato, ecc.).

Il biberon, potendo essere dato al neonato da chiunque, viene poi proposto come la soluzione per "liberarsi" di questo scomodo impedimento.

Parte del problema nasce dall’equivoco che il neonato abbia bisogno di seguire una vita regolare e monotona, cambiando poco ambiente e mangiando e dormendo ad ore prefissate. Questa idea non ha nessun fondamento biologico: i neonati cambiano continuamente i loro ritmi, e si adattano con facilità ai tempi ed agli spostamenti degli adulti, purché possano stare in contatto costante con la mamma ed allattati quando ne manifestano il bisogno.

Una società a misura di adulto.

L’individuo per il quale è pensata e strutturata la nostra società è adulto, giovane, alto, sano e possibilmente maschio. L’organizzazione, gli spazi fisici e gli orari dei servizi, dei trasporti, degli uffici pubblici, delle aree commerciali, dei luoghi di svago sono concepiti e realizzati solo per adulti senza bambini al seguito, o al limite solo per bambini forniti di biberon. Trovare un posto dove cambiare un pannolino, ma ancora di più dove sedersi ed allattare quando il bambino piange, spesso è molto difficile. Questo scoraggia le donne dal muoversi insieme al bambino, spingendole o a svezzarlo per poterlo lasciare a qualcun altro, o a chiudersi in casa con lui.

Questo sito utilizza cookies non profilanti e di terze parti per le proprie funzionalità. Proseguendo la navigazione (anche senza chiudere questo banner) dichiari di essere informato e acconsenti all'uso dei cookies.